Il Nulla e le Acque primordiali
Dalle radici sanscrite “niḥ” e “nir” deriva il termine nullus (nulla), le quali sono strettamente correlate alle radici “na” e “nā”.
In indoeuropeo le radici na e nā indicano l’elemento acqua e, in rari casi, una negazione. In particolare “nā” indica le Acque cosmiche che infondono l’an-ima all’uomo (“an” = soffio vitale, soffio vitale delle acque, il respirare).
Secondo le lingue indoeuropee, nel respirare, l’uomo inalava ed esalava l’energia vitale portata sulla terra dalle Acque cosmiche considerate generatrici. Inoltre da “nā”, deriva il termine nāman (nome) che indica “modo in cui le Acque divine definiscono le cose” (cfr. il termine sanscrito “anna” [“an” + “na”] che significa cibo, nutrimento).
Inoltre “na”, intesa come “no” o “non”, indica il lato oscuro e impenetrabile delle Acque primordiali. La particella negativa “na”, nacque come simbolo della non visibilità delle cose immerse nelle acque dell’Oceano scuro [na], che secondo gli indoeuropei circondava la terra durante la notte. Di notte (in sanscrito “nak”: “na+k”, moto “k” delle acque scure “na”) alla domanda “cosa vedi?”, la risposta sarebbe stata: “vedo na”, cioè “non vedo” o “vedo l’Oceano scuro”.
In un ideale percorso della coscienza di una creatura verso la quiete assoluta del “vuoto contenitore”, l’espressione “vedo na”, piuttosto che l’accezione negativa “non vedo”, potrebbe anche rappresentare lo schermo delle acque primordiali, intese come prima e ultima “vibrazione” emergente dalla Vacuità della Vacuità.
Al momento della creazione, le acque oscure diventano manifeste: il fonema “na” si trasforma nel fonema “ka”, per indicare l’aspetto chiaro e visibile delle Acque cosmiche.
La scienza ha ampiamente rivelato il ruolo fondamentale dell’acqua per la “vita” sulla Terra. L’acqua è definita solvente universale per la sua capacità di separare tra loro un grandissimo numero di molecole polari e allo stesso tempo consentirne l’interazione.
L’acqua, nel brodo primordiale, ha consentito la comparsa delle prime molecole biologiche e dei primi organismi viventi. La presenza di acqua in grandi quantità negli organismi viventi favorisce i processi fisiologici, contribuendo anche alla loro adattabilità e stabilità (omeostasi).
L’acqua ha un ruolo fondamentale nell’elaborazione e trasmissione delle informazioni nel corpo umano e nel cervello, quindi è alla base dei fenomeni della coscienza. Le molecole di acqua contenute all’interno dei microtubuli coordinano il comportamento delle subunità di tubulina, consentendo i fenomeni di entanglement quantistico. Tali fenomeni, implicati nella coscienza, sono stati attribuiti a queste strutture intrinseche dei microtubuli grazie a coerenza ed orchestrazione delle informazioni cellulari.