Il collasso del cubo di Penrose – II Parte

Paola Pietroletti – Energia e Forme (Courtesy Arte Quantica)

È stata ipotizzata l’assenza del tempo all’interno delle particelle, quindi la contemporaneità continua di particelle, onde e Vuoto: decadimento e presenza, il ritorno a Se Stesso. Decadimento e presenza; come l’essere che muore e rinasce, muore e rinasce.

Cosa accade alla coscienza? (A volte le parole distruggono le intuizioni, ci vorrebbe un po’ di silenzioso Nulla intuitivo). Dove “collassano” la teoria quantistica dei campi, la gravità quantistica, la relatività generale e la meccanica quantistica?
Penrose l’ha chiamata “gravità quantistica”, ma ha lasciato dei punti interrogativi. Io la chiamerei “gravità quantistica dell’Alfa e dell’Omega”: la gravità del contenuto-contenitore, la Gravità dell’Assoluto, la Gravità del Bordo Nulla, l’attrazione dell’Unico.
È il ritorno a Se Stesso, che si mantiene come forza superiore a tutte quelle esistenti. La gravità quantistica non è nient’altro che la gravità del punto di inizio che risucchia continuamente “se stesso” dopo l’esperienza. Infatti, la comunicazione avviene continuamente grazie alle empatie “quarkiche”, come evidenziato nel corso dell’esperimento Roma-Ginevra. Tutto è in collegamento, anche con il “Big Bang” e con il Buco Nero, con lo “scantinato” della materia e quindi del Bordo Nulla. Il Bordo Nulla, dentro la materia, il “Big Bang” e il Buco Nero, essendo senza spazio-tempo, sono sovrapposti nello stesso punto. Facciamo collassare il cubo di Penrose e costruiamo la nuova matematica. Siamo costretti a far diventare lo zero il limite di ciò che tende all’infinito, oltre il quale ci sarà un nuovo infinito. Dal momento che proveniamo da un punto infinitesimale e che l’universo è in espansione, lo zero è uguale al limite di ciò che che tende all’infinitesimo.

Occorre “ricostruire” una matematica che vada da 0 a quasi 1 e, su questa base, riformulare la teoria del Tutto. Zero e uno sembrano due cose separate, ossia lo Zero e il “quasi” Infinito, dentro l’Uno(1). Iniziate a collegare: il “Big Bang”, l’inizio dallo Zero, il limite all’infinito… non si sa se questo universo vada all’infinito, diciamo allora che è “tendente all’infinito”, ma per quanto sia sarà sempre un infinitesimale dell’infinito teorico. Poi si ferma, dove? Nel Buco Nero. Facciamo implodere il cubo di Penrose nel suo stesso inizio.

Abbinando quanto illustrato nella figura del Cubo di Penrose ai Quattro Sistemi si trova la risposta a tutto questo ipotizzare. Una risposta che lega ogni concezione e risolve i problemi connessi alle separazioni tra teorie di vario tipo, specie e natura. È una risposta facile: la contemporaneità dell’espansione e dell’implosione, la teoria dei Buchi Neri, il processo evolutivo della scienza. Tutte le teorie sono sovrapponibili solo nel punto iniziale perché ogni ipotesi viene deformata dalla coscienza e dai suoi due Sistemi in uso, Intelletto e mente, ma non completamente dall’interazione di tutti e quattro. L’intuizione viene poi rielaborata dalla mente e, proprio per la libertà (soggettività), si perde l’oggettività. Cercate di immaginare (al di là del disegno) un cubo che re-implode in se stesso, la deformazione matematica di tutte le teorie, quindi la perfezione che tende a Zero: questo forse è intuire. Uso il termine “forse” perché le parole spesso sono la fine dell’intuizione!
Partiamo da zero e ampliamo i cubi in maniera graduale, in una espansione continua. A un certo punto la coscienza arriva a formulare una teoria che contiene tutte le “facce”, o tutti gli aspetti della realtà apparente. Non abbiamo fatto altro che crescere da zero verso uno. Un universo, con una teoria unica: la teoria unificante che tutti cercano, per poi crescere di nuovo e ancor di più verso lo zero.
Questa teoria unificante ci dice che alla massima espansione abbiamo l’effetto del ritorno al presente, continuo ritorno al presente. E il presente qual è se non il Senza Tempo, la realtà degli spazi costantemente presenti? Stai leggendo? Tutto è presente con te.
Il BoNu, il Buco Nero, il “Big Bang” e lo “scantinato della materia”(2) sono presenti in una contemporaneità. Tutte le concezioni di vario tipo e natura sono fra questi “uno” eventi: è il superamento della dicotomia tra 0 e 1. Il superamento delle dicotomie.
Sono costretto a dire che tra 0 e 1 si ha il collasso di questi “uno” eventi: evento “Big Bang”, innumerevoli eventi nell’universo ed eventi buchi neri. Un evento solo.
Come faccio a saperlo? I Quattro Sistemi sono contemporanei? Gli infiniti universi sono contemporanei? Ecco perché l’Assoluto Creato è senza tempo (e in teologia si dice che “Conosce Tutto sempre”)(3).
La contemporaneità del collasso nei Buchi Neri comporta il fatto che Tutto sia senza tempo. Si ha dunque la contemporaneità dell’evento “inizio dell’universo-svolgimento-fine dell’universo” e la contemporaneità degli infiniti universi.
Nell’Assoluto gli eventi sono contemporanei, per questo nella Sua contemporaneità ogni essere è sia un “troglodita con la clava in mano” sia un Realizzato o altri termini in uso, comunque un essere senziente evoluto.
È chiaro perché la contemporaneità degli eventi è negli innumerevoli o infiniti universi? Credo sia chiaro nei miei Sistemi in interazione, ma anche la follia a volte lo è!
È chiara la contemporaneità dell’espansione e dell’implosione? Luce e buio… e oltre cosa accade? È chiaro il messaggio delle vibrazioni che conformano apparenti particelle, vibrazioni di energie Senza Tempo? (In alcuni casi senza spazio, oltre l’orizzonte degli eventi).
Quando gli scienziati, nel parlare dell’energia, dicono: “o vediamo dove va la particella o vediamo quanta ne ha”, non sanno che non ci sono solo queste due alternative, c’è anche la contemporaneità. Ma non si può avere la percezione contemporanea di una cosa che “non esiste” nel modo in cui è stata raccontata. Saltano, quindi, tutte le ipotesi esistenti.
La legge dell’Assoluto è una sola: la Sua Contemporanea Presenza in ogni cosa. Non in un momento, contemporaneamente sempre. C’è la presenza costante del punto di partenza dell’espansione della coscienza del cubo e la continua implosione attraverso il Buco Nero senza tempo al suo centro, che è l’inizio della coscienza in un universo a Quattro Sistemi, dove è ovviamente presente la Legge dell’Assoluto e la coscienza degli esseri senzienti.
Questa è una Teoria del Tutto, che stravolge un po’ le concezioni della fisica galileiana, di Newton, della relatività ristretta, della relatività generale, della meccanica quantistica e della teoria quantistica dei campi. La costante gravitazionale, la velocità della luce e la costante di Plank, cercano probabilmente – in maniera separata – di definire l’unico vero legame: la gravità, che è per noi il Bordo Nulla e la Sua attrazione continua (diciamo anche attrazione verso l’Assoluto).
In realtà il collasso gravitazionale è costante in ogni cosa che facciamo, in ogni attimo, in ogni movimento. Per spiegare questo sto mettendo in moto tutto il mio sistema noumenico. Dietro di me c’è tutto l’ordine implicato che mi fa muovere nel fenomenico, mi fa scrivere le parole, mi fa concepire le cose, i concetti. Sto compiendo un’azione che è uno stato commisto di pensiero, di intelletto, di DMN, dei due e dei Quattro Sistemi, dell’ordine implicato e dell’ordine esplicato, di noumenico e di fenomenico. Le percentuali? Un milione di trilioni di eventi-leggi noumenici e lo 0,00000x (x = numero, quantità e/o illusione) di sistema fenomenico (interazione di cui non è possibile dare un valore) cioè dal pre Big Bang a me. Anche se il sistema fenomenico fosse composto da 10 milioni di accadimenti contemporanei con le possibili interazioni ed eventi delle particelle (neuroni, neutrini, trasmissioni, scariche elettriche, reazioni chimiche e altri fatti computabili), il processo di coscienza non riguarderebbe solo questi eventi valutabili.
Il movimento eterno che è solo il risultato, l’effetto, può essere computerizzato, ma un computer-robot non può arrivare a dire: “tutto quello che vedete è, in realtà, nell’essere e nella sua coscienza”.
Quello che può essere ricondotto alla matematica è un infinitesimo, mentre l’evento coscienza ha aspetti così vasti che non possono essere collocati in nessun sistema matematico. La complessità di un ricercatore non può essere confinata in un sistema matematico. Bisogna fare un aggiustamento, una “normalizzazione” per intenderci. Per poter trasmettere siamo costretti a usare parole e numeri, giusta limitazione per la libertà(4).
Gli uomini primitivi già contavano. Negli antichi graffiti, ad esempio, vengono messe in evidenza le corna degli animali più che gli zoccoli proprio per precisi meccanismi di conteggio e di percezione. Niente è a caso, tutto è riconducibile a un pensiero logico, vasto e vario, che diviene una manciata di numeri.

NOTE:

(1) ^ Da zero ad uno, infiniti numeri.

(2) ^ Si veda nota 5 del brano “Introduzione all’ipotesi del Bordo Nulla”.

(3) ^ In vari brani del poema epico indiano Mahābhārata, nella Bhagavadgītā, si propongono aspetti di una realtà che oggi è scientifica.

(4) ^ Dicevano gli antichi che non si poteva trasmettere la Realizzazione a un altro essere, ma solamente la Natura delle cose, la verità. Sempre che si trovi qualcuno pronto a recepirla!