Il Cubo di Penrose – III Parte
Tanti anni fa (nel 1972) realizzai un disegno in cui era rappresentato un essere proiettato verso un cubo. Arrivato a un certo punto ripartiva il gioco della creazione: una specie di uovo a ciclo eterno. P. Punto inizio e fine
Il cubo è il simbolo della coscienza. È la concezione di una perfezione, di una precisione che ha sempre attratto gli uomini.
Qual è la precisione? L’inizio del cubo e la contemporanea presenza della sua fine; l’inizio, il “Big Bang”, e la contemporanea presenza del Buco Nero. La fine è coincidente con l’inizio, l’alfa e l’omega sono sovrapposti “Dentro” il BoNu. In un universo c’è la contemporaneità del suo inizio e della sua fine. Nell’essere c’è la contemporaneità della sua presenza come coscienza e della sua fine.
Nella rielaborazione del cubo di Penrose, teorizzando la Costante Gravitazionale, ho scritto “G” uguale circa a zero, perché? Perché la volontà dell’Assoluto è nell’esserci e non nel non esserci (perdonatemi se teorizzo teologicamente l’Assoluto Perfetto, ma sono credente e quindi se non mi perdonate è uguale).
Se scrivessi zero, zero, zero tutti i fisici e i matematici del mondo si ribellerebbero, perché la costante di Planck è 0,0000… alla meno 33… alla meno 34… meno 35… meno 36… meno 37… meno 38(1), allora qualcosa c’è. All’aumentare della complessità dei calcoli aumenta la possibilità del delta, dell’errore. Che errore potrebbe essere stato fatto? 0,00000… alla meno 1000 o alla meno 10.000.
È tutto finto, tutto illusorio, tutto inventato, tutto costruito. L’Assoluto è contemporaneamente lo Zero e l’Infinito, perché? Perché è l’Alfa e l’Omega, il Principio e la Fine. La fine quand’è? All’infinito! Quindi attendiamo, sereni e pazienti, lo scorrere degli infiniti spazi in infiniti universi.
Consideriamo l’ipercubo, un cubo spazio-temporale in continua crescita, abbandonando la concezione un po’ primitiva che lo descrive come una figura geometrica formata da vari cubi uno dentro l’altro. Come sono le leggi all’inizio?
All’inizio l’universo era fatto di Bordo Nulla/energia oscura e materia oscura/energia luminosa, poi di quark, poi di quanti, poi di particelle, di idrogeno… allora il “cubo” (per attribuire visivamente una dimensione alle energie in gioco) era piccolissimo. Quanto piccolo? All’inizio del “Big Bang” era un punto.
Come è cresciuto? Era un punto, poi si è trasformato in un sistema ancora molto piccolo, dove tutte queste realtà separate non si potevano vedere né distinguere. Poi, l’attimo dopo il “Big Bang”, il sistema delle prime leggi di Base per la formazione di questo “tipo” di universo è diventato un’energia enorme; il “quadrato”(2) teorico e geometrico delle leggi si è conformato, mantenendo il punto di inizio del “Big Bang” e contemporaneamente la nascita dei buchi neri, portando sempre in sé il BoNu, cioè il foglio bianco dove si scrive “Universo”.
Il Buco Nero è senza tempo perché è il neutrone collassato su se stesso. Il neutrone, ex protone, può essere vissuto a lungo ma – nel suo profondo, nel suo intimo – è sempre coniugato con l’Assoluto Nulla, qualsiasi “esistenza” abbia avuto.
Il neutrone è “l’evoluzione” di un protone il quale, se ancora non è ben preparato a essere neutrone, dopo il collasso torna a essere protone.
Il rapporto fra la massa del protone e quella dell’elettrone non è sempre stato lo stesso: dal “Big Bang” è andato verso un lento decadimento che è stato quantificato in circa lo 0,002%(3). Ciò vuol dire che il protone ha affermato di esserci per miliardi di anni, poi ha iniziato a perdere un po’ di “staticità” e ad alternare il suo stato da protonico a neutronico. Ha iniziato a “rendersi conto” che forse nemmeno il neutrone durava per sempre e quindi… un tuffo nel Bordo Nulla, e poi forse nel Buco Nero.
Cosa vogliamo sovrapporre se tutto è già sovrapposto?
L’apparenza inganna, nella molteplicità ogni cosa sembra separata. Attraverso la concezione dei Quattro Sistemi si può unire l’intero universo. Se si vuole capire, bisogna preparare la mente all’intuizione: lo stato di DMN aiuta a un maggior contatto con il BoNu e finalmente i Quattro Sistemi saranno in sintonia.
Spesso gli esseri umani si intuiscono senza sapere dove siano, cosa facciano, perché esistano, quale sia il loro verso, in quale universo andranno a finire, a quale progetto stiano partecipando, in che direzione vadano, ecc. Un ricercatore(4) lo sospetta, lo intuisce. Gli esseri senzienti non ricercatori(5) non sanno cercare, vivono per sopravvivere. Ma… un “momento spaziale” e toccherà anche a loro.
Come identità “io”, si tende ad aumentare il “trottolare” (gironzolare). Nel “contemplare” l’Assoluto, dopo un bel lavoro in default mode (DMN), si può giungere a una posizione dove il “Big Bang” (la nascita) è contemporaneo alla fine nel BoNu, in un collegamento continuo senza tempo. Ogni neutrone in noi può rappresentare quella posizione, ma solo per attimi (anche se è, per sempre, un BoNu in equilibrio neutro, perché senza tempo illusorio).
L’universo è contemporaneamente presente e contemporaneamente tendente all’assenza. Un po’ come l’essere e i Quattro Sistemi, che ci mostrano l’interazione tra di loro e con il Bordo Nulla. Ma questo è un parallelo azzardato e pieno di complesse possibilità.
(1) ^ La natura quantistica dello spazio è manifesta alla scala di Planck, cioè 10-35 metri, ma le misurazioni del telescopio spaziale ESA Integral rivelano e rilevano una granulosità quantistica molto più sottile: 10-48 metri.
(2) ^ Diciamo così, per rappresentarlo graficamente.
(3) ^ Ancora una volta le fondamenta del Modello Standard si mostrano traballanti; questo, infatti, assume che le costanti fondamentali della natura siano le stesse in ogni luogo e in ogni tempo. Un gruppo di ricercatori europei, osservando nubi di idrogeno interstellare distanti 12 miliardi di anni luce, ha scoperto che il rapporto tra la massa del protone e quella dell’elettrone non è rimasto affatto costante, ma si è ridotto dello 0,002% (E. Reinhold et al., Indication of a Cosmological Variation of the Proton-Electron Mass Ratio Based on Laboratory Measurement and Reanalysis of H2 Spectra, PHYSICAL REVIEW LETTERS, 96, 2006).
(4) ^ Ricercatore: essere cosciente della propria natura eterna.
(5) ^ Esseri identificati con la propria natura non eterna.