Il Cubo di Penrose – Introduzione

Alessandra Costa – Retrocausazione (Courtesy Arte Quantica)

In un’intervista(1), il premio Nobel per la fisica Robert Laughlin, autore di Un universo diverso(2), dimostra di avere piena consapevolezza di una realtà che sembra scientifica ma non lo è affatto. Parlando della fisica infatti afferma: “se uno ha già bisogno di conti mostruosi per calcolare correttamente le proprietà di atomi e molecole, che cosa dovrà mai usare per i quark e le super-stringhe?”, probabilmente super calcoli, super mostruosi!
Allo stesso modo, Laughlin considera la biologia(3) “una pseudoscienza, nel senso della definizione datane dal premio Nobel per la chimica Irving Langmuir(4): la maggior parte dei suoi concetti, infatti, non si può chiarificare facendo esperimenti più accurati, per la semplice ragione che non esiste la tecnologia per farli”.
Infine, a proposito della matematica, alla domanda “cosa pensa dell’osservazione di Galileo che essa è il linguaggio in cui è scritto il libro della natura?” Laughlin risponde: “Galileo aveva visto giusto, ma non si era accorto di un piccolo particolare: che alcuni capitoli del libro della natura sono troppo lunghi per poter essere letti”. Soprattutto per un’umanità impegnata a correre per sopravvivere, e non ho idea di quanti potessero essere all’epoca di Galileo i “lettori” interessati.
Citando Arthur Eddigton, Laughlin continua: “La matematica non c’è, fino a quando non ce la mettiamo noi”, e porta a elaborare concetti comprensibili solo da pochi addetti ai lavori, aggiungerei.
Laughlin continua su questo tono riferendosi a tutte le teorie scientifiche attualmente in circolazione. Usiamo allora il termine giusto: ipotesi!

Il premio Nobel presenta un quadro preciso delle condizioni controverse in cui si trova attualmente la “scienza”. Ne è un esempio evidente la “ricerca” di tipo mediatico (basata su ricavi, guadagni, pubblicazioni e finanziamenti), dove un’enorme e forse inutile mole di lavori rende assolutamente impossibile tenersi aggiornati. Lo dimostra il fatto che, sulle sedicimila riviste scientifiche distribuite oggi nel mondo, vengono pubblicati ogni anno 1,5 milioni di articoli, la cui “mortalità” è del 45%. Vale a dire che quasi la metà di questi studi non vengono né letti né citati, e si perdono nel nulla. E nel Bordo Nulla? Si perdono ugualmente? Quanti errori contengono? Quante teorie sono solo ipotesi e, a volte, solo fantasie? Chi controlla il rispetto delle regole deontologiche?
Non conosco la materia, del resto questo è un libro di pseudo filosofia, non di scienza e non cerco finanziamenti. Poi per il Bordo Nulla… figuriamoci!
Come ho già detto, non sono un matematico né un fisico, sono solo una specie di “giornalaio” che legge tutto quello che c’è in giro e propone dei suggerimenti. Nel corso delle mie letture mi capita di incontrare una serie di problemi da risolvere. Qualche volta riesco a darmi delle risposte, altre mi abbandono e mi perdo nella DMN. Almeno credo.
La scienza fa il suo costante lavoro alla ricerca di soluzioni, ma forse ci vorrebbe un po’ di filosofia, perciò ho scritto questa ipotesi del BoNu. Ogni lettore potrà rintracciarla dentro di sé, aiutandosi con le diverse discipline.

In una mia precedente pubblicazione sulla mente(5), avevo cercato di proporre una concezione allo stesso tempo innovativa e in grado di contenere le altre: una “schermata” che permettesse sovrapposizioni, un contenitore di teorie e ipotesi. Allo stesso modo cercherò, qui, da pseudo filosofo, di riunire le conoscenze di diversi scienziati in una visione globale tendente alla Teoria del Tutto. Per il momento è solo un’ipotesi, ma spero che, una volta definiti più a fondo alcuni aspetti specifici, diverrà finalmente teoria.
Usando il pensiero, forse solo filosofico, che proviene dai Quattro Sistemi in interazione, “uscirò” dal Principio della Relatività Galileiana, dalla meccanica quantistica o fisica dei quanti. Poi andrò oltre la relatività ristretta e generale di Einstein, e tenterò di fare un discorso di ricerca interiore che si avvicini il più possibile alla scienza. In realtà sarà la scienza ad avvicinarsi, col tempo, ai concetti espressi dalle grandi filosofie come il Taoismo: spesso gli scienziati, nella scalata alla ricerca della verità, si imbattono in un mistico “appollaiato” sulla vetta(6).

A questo punto vorrei fare con voi una piccola analisi sul Nulla, lo Zero, l’U/uno, l’Infinito, il Vuoto.
I numeri assumono la dimensione di “soggetti”, mentre la coscienza è “oggetto” e “soggetto” interessato alla consapevolezza di ogni rapporto soggetto/oggetto (vedi Quattro Sistemi in interazione universale). La coscienza non è computabile, e il fatto di essere coscienti non può essere ricondotto interamente alla matematica o a una sequenza di numeri.

Una delle figure più prestigiose della scienza contemporanea in tema di coscienza è Roger Penrose(7). Tutti i suoi libri sconfinano, partendo dalla matematica e dalla fisica, al concetto di mente e a volte in fantastici “oltre”.
Secondo Penrose la comprensione matematica(8) non è in alcun modo sovrapponibile a un processo puramente computazionale, basato sull’esecuzione di algoritmi. Lo stesso si può dire della coscienza, della creatività e della volontà, che presuppongono attività che spesso (o a volte) non hanno nulla a che vedere con la computazione.
Dal momento che rispondono a leggi ben definite, sono invece assimilabili a processi computazionali i fenomeni che avvengono a livello neuronale, i quali non possono spiegare adeguatamente l’attività mentale che porta al pensiero. Neppure la fisica quantistica ci è di grande aiuto, perché aggiunge al determinismo della fisica ordinaria una componente di casualità che si pone al di fuori di ogni possibilità di controllo.
Secondo Penrose prima di poter capire fenomeni mentali quali la comprensione e la coscienza è necessario elaborare una nuova teoria fisica.

“Perché la fisica sia in grado di contenere qualcosa di così estraneo al presente quadro scientifico come il fenomeno della coscienza, ci dobbiamo attendere un mutamento profondo – che alteri le fondamenta stesse delle nostre opinioni filosofiche sulla natura della realtà”(9).

Per produrre il cambiamento, afferma Penrose, sarebbe necessaria una teoria quantistica della gravità in grado di gettare nuova luce su fenomeni come la coerenza quantistica(10) o la non località(11), probabilmente implicati in comportamenti non computabili che hanno alla base i microtubuli(12). Potrebbe esserne un esempio la Non Località del Bordo Nulla, che è presente ovunque e con un “Solo” aspetto può avere vari nomi: Singolarità, Big Bang, Buco Nero, Vuoto Quantomeccanico, Vuoto, Vacuità.

NOTE:

(1) ^ Da Piergiorgio Odifreddi. Non fidatevi dei fisici. La Repubblica, 1 settembre, 2006.

(2) ^ R. Laughlin. Un universo diverso. Reinventare la fisica da cima a fondo. Codice. Torino, 2005.

(3) ^ Da Piergiorgio Odifreddi. Op. cit.

(4) ^ Al fisico e chimico statunitense Irving Langmuir (1881-1957) fu conferito il premio Nobel per la chimica nel 1932 per le sue scoperte e indagini nell’ambito della chimica delle superfici.

(5) ^ D. Speranza. Il Sistema Mentale a Quattro Sfere. Roma, 2006.

(6) ^ Vedi F. Capra. Il Tao della fisica. Adelphi. Milano, 1990.

(7) ^ Professore di matematica all’università di Oxford, i suoi importanti teoremi sui buchi neri hanno segnato una svolta per la cosmologia teorica. Il grande pubblico lo conosce per pubblicazioni quali: La mente nuova dell’imperatore. BUR Biblioteca Univ. Rizzoli. Milano, 2000; Le ombre della mente. Rizzoli. Milano, 1996 e La strada che porta alla realtà. Editore BUR Biblioteca Univ. Rizzoli. Milano, 2006. È nota la sua amicizia con Stephen Hawking e con molti altri scienziati e premi Nobel.

(8) ^ Che non è altro che un “legante” particolare della più generale capacità di comprensione della mente umana.

(9) ^ R. Penrose. Le ombre della mente. Op. cit., pag. 493.

(10) ^ La coerenza quantistica è uno stato in cui un gran numero di particelle acquisisce un comportamento sincrono e quindi può essere descritto come un’unica entità. In questo stato si verificano fenomeni come l’emissione Laser (fascio luminoso monocromatico di onde luminose sincronizzate) o la Superconduttività (a temperature molto basse i metalli conducono elettricità senza opporre resistenza). Secondo Penrose i processi cerebrali, come la coscienza o la consapevolezza (passaggio da uno stato di pre-coscienza allo stato di coscienza), sarebbero collegati al fenomeno della coerenza quantistica, realizzando la quale i microtubuli verrebbero a trovarsi in uno stato di “massima eccitazione coerente”.

(11) ^ Il principio di località afferma che due oggetti distanti non possono avere influenza diretta l’uno sull’altro e che un oggetto è influenzato direttamente solo da ciò che è nelle sue immediate vicinanze. I fenomeni di entanglement negano tale principio e fanno supporre l’esistenza di fenomeni “non locali” che possano, quindi, influenzare istantaneamente zone di spazio non limitrofe. Ciò contraddice l’ipotesi di Einstein secondo la quale neanche le informazioni possono essere trasmesse a velocità superiori a quelle della luce.

(12) ^ Nelle cellule dotate di nucleo (eucariotiche) i microtubuli (mt) costituiscono parte dello scheletro della cellula (citoscheletro). A livello funzionale, i mt costituiscono delle vere e proprie “autostrade” per il trasporto di molecole e organuli all’interno della cellula. Inoltre, i mt sono responsabili del movimento ondulatorio e sincronizzato delle cilia e dei flagelli (le strutture che consentono il movimento della cellula). I mt sono anche responsabili della divisione cellulare, della comunicazione tra cellule e della trasmissione di segnali all’interno della stessa cellula. I mt consentono la comunicazione interneuronica permettendo l’estensione, la connessione e il passaggio dei segnali elettrici e chimici (neurotrasmettitori).